Gli ex libris
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L’utilizzo degli ex libris risale indietro nei secoli.
Il più vecchio ex libris conosciuto, inciso in legno, è tedesco, risale al 1470 circa ed apparteneva al cappellano bavarese Hans Igler.
Sempre tedesco ed inciso in legno è anche il più vecchio ex libris con la data: 1516.
I primi ex libris italiani furono quelli del vescovo di Tortona, Monsignor Cesare dei Conti di Gambara e del giureconsulto Niccolò Pilli, di Pistoia.
Dal 1500 al 1800 gli ex libris erano prevalentemente di tipo araldico, destinati semplicemente a provare la proprietà di un libro.
A partire dal 1800 e ancor più dagli inizi del 1900, invece, si assiste ad un’evoluzione dell’ex libris, che diventa sempre più diffuso, anche grazie all’aumento del numero degli appassionati di libri e, dimenticata l’araldica, appare sempre più variegato nei soggetti e nei motti, che tengono conto delle preferenze del bibliofilo o delle caratteristiche della collezione libraria.
Queste differenze di soggetti, insieme al fatto che molti ex libris sono effettivamente piccole opere d’arte, ne favoriscono il collezionismo, spesso estrinsecato mediante la ricerca degli ex libris di un dato artista, ma talvolta sviluppato a seconda delle immagini riportate.
Gli ex libris raffiguranti gatti, in carta, in pergamena, autoadesivi o no, anche sotto forma di timbro, non mancano e sono apprezzati sia come mezzo per personalizzare i propri libri, sia come oggetto da collezionare.