LETTURE FELINE
I tempi antichi
In tanti paesi del mondo si sono tramandate oralmente leggende e favole che vedono protagonisti gli animali, tra i quali i gatti, favole che a un certo punto hanno conquistato l’onore di venire scritte.
I primi autori che si occuparono dei piccoli felini furono proprio due grandi favolisti: il greco Esopo, vissuto nel VI secolo a. C., che nei suoi brevissimi racconti, attraverso il gatto, si riferisce allegoricamente all’uomo e il latino Fedro, vissuto nella prima metà del I secolo d. C., che dichiara di essersi ispirato ad Esopo e di utilizzare gli animali per i suoi scritti in modo che gli stessi siano facilmente comprensibili da tutti.
Altri autori dei tempi antichi che si occuparono di gatti furono lo storico greco Erodoto (480 a. C./ 430 a. C.), che scrisse dei piccoli felini nel mondo egizio e lo scrittore e naturalista romano Plinio il Vecchio (23/79 d.C.), che in “Storia naturale” racconta che i Romani apprezzavano il gatto per la sua abilità di cacciatore di topi e per la sua indipendenza, simbolo di libertà.
Dal Medioevo al Secolo XVIII
Dopo la caduta dell’Impero romano, seguì un lungo periodo di assenza dei gatti
nella letteratura. Del resto in quel periodo, il Medioevo, il gatto non era
certo visto con spirito favorevole e di conseguenza, sia per disprezzo sia per
paura, veniva ignorato negli scritti.
E’ solo nel periodo rinascimentale, a partire dal 1300, che il gatto riuscì ad
attirare su di sé le simpatie del mondo artistico e letterario e che poeti e
scrittori si occuparono di nuovo di lui.
Francesco Petrarca (1304/1374), durante gli anni della terza età, trascorsi in
un tranquillo paese sui Colli Euganei, fu molto lieto di poter godere della
compagnia di un gatto.
Torquato Tasso (1544/1595), dopo la caduta in disgrazia presso la Corte di
Ferrara, in miseria e colpito da una cecità quasi totale, dedicò un sonetto
alla sua gatta, implorandola di regalargli un po’ di luce.
Il poeta e drammaturgo spagnolo Félix Lope de Vega (1562/1635) fu autore
addirittura di un intero poema sui piccoli felini, la “Gattomachia”, nel quale
attraverso di loro esaminò i difetti e le virtù dell’uomo.
Il drammaturgo inglese William Shakespeare (1564/1616) citò i gatti con molta
simpatia nel suo “Enrico V”.
Nelle favole del poeta e scrittore francese Jean de la Fontaine (1621/1695),
diventate un classico della letteratura, gli animali protagonisti
simboleggiavano i vizi e i pregi dell’uomo e i gatti, molto presenti,
rappresentano per lo più personaggi ladri e scansafatiche.
Il gatto, col suo modo di fare elegante, assunse una rappresentazione più
simpatica nella celeberrima fiaba “Il Gatto con gli stivali” opera di un altro
scrittore francese contemporaneo di La Fontaine, Charles Perrault (1628/1703),
membro dell’Acadèmie francaise.
Il gatto fu trattato male dal naturalista francese Georges Louis Leclerc, più
noto come conte di Buffon (1707/1788), che nella sua “Storia naturale” lo
definisce come un “animale domestico infedele, che si tiene solo per
necessità”.
Istruito e divertente è invece il Gatto Murr, che narra la sua vita in
“Considerazioni filosofiche del Gatto Murr”, opera dello scrittore tedesco
Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1766/1822).
Il Secolo XIX
Dal 1800 in poi gli autori che si occuparono del gatto si fecero sempre più
numerosi.
Il francese Charles Baudelaire (1821/1867) gli dedicò alcune poesie e nella più
nota, “Il gatto”, propose una somiglianza tra l’amore per una donna e quello
per un piccolo felino.
Un’analoga somiglianza venne ripresa da un altro francese, lo scrittore e
drammaturgo Guy de Maupassant (1850/1893).
Uno dei racconti più famosi dello statunitense Edgar Allan Poe (1809/1849),
maestro del giallo e della letteratura dell’orrore, è “Il gatto nero”, in cui
un piccolo felino, col suo miagolio, permette ai poliziotti di scoprire un
assassinio.
Famosissimo è anche il gatto del Cheshire, o Stregatto, creato dall’inglese
Charles Lutwidge Dodgson, conosciuto con lo pseudonimo di Lewis Carroll
(1832/1898), per il suo romanzo “Le avventure di Alice nel Paese delle
Meraviglie”. Forse lo Stregatto è stato ispirato da antiche storie popolari
secondo le quali le campagne inglesi sarebbero popolate da piccoli felini
invisibili.
Il francese Théophile Gautier (1811/1872) dedicò ai suoi piccoli felini
un’opera brillante, “Serraglio privato. Dinastie di gatti”, mentre al suo
connazionale Honoré de Balzac (1799/1850) si deve “Pene d’amore di una gatta
inglese”.
Il russo Anton Cechov (1860/1904) narrò teneramente dei piccoli felini nel
racconto “Un evento”, evento costituito dalla nascita di tre gattini, che
riempiono di curiosità e di gioia i bambini di casa.
Mark Twain (1835/1910), celebre scrittore statunitense, ha firmato alcune
storie aventi per protagonisti gatti dagli appellativi insoliti, nonché la
famosa frase “Se l’uomo potesse venire incrociato con il gatto, questo
migliorerebbe l’uomo, ma peggiorerebbe il gatto”.
Il poeta italiano Giovanni Pascoli (1855/1912) ha scritto in onore dei piccoli
felini un bel sonetto intitolato “La gatta”.
Altri scrittori gattofili convinti furono Alexandre Dumas figlio (1824/1895),
autore di grande successo, che amava molto i gatti, Amandine Aurore Lucile
Dupin (1804/1876), conosciuta con lo pseudonimo di George Sand, che non si
separava mai dal suo piccolo felino e il fondatore del romanticismo, Victor
Hugo (1802/1885), che trattava da re il suo gatto, di nome “Canonico”.
Il Secolo XX
Tra le opere feline più conosciute del XX Secolo ricordiamo:
“Io sono un gatto” (1905), il primo romanzo dello scrittore giapponese Natsume
Soseki (1867/1916), opera tradotta in italiano solo nel 2006, che racconta di
un gatto dedito allo studio del comportamento degli uomini e al lancio di
massime zen.
“Il gatto che se ne andava da solo” (1907), opera del britannico Rudyard
Kipling (1865/1936), l’autore del celeberrimo “Libro della giungla”.
“I gatti di Ulthar” (1920), un racconto fantastico in cui è percepibile lo
spirito dell’antico Egitto, firmato dal maestro dell’orrore, lo statunitense
Howard Phillips Lovercraft (1890/1937).
“Una tigre in casa” (1920), opera che tratta della presenza del gatto nelle
tradizioni, nelle leggende, nella letteratura e nell’arte, uscito dalla penna
dello scrittore e fotografo statunitense di origine olandese Carl Van Vechten
(1880/1964).
“La gatta” (1933), un romanzo breve che racconta la storia di Saha, una gatta
che aiuta l’amico umano ad allontanare dalla sua vita la moglie gelosa e
possessiva, scritto da una delle maggiori figure letterarie della prima metà
del XX Secolo, Colette (1873/1954), alias Sidonie Gabrielle Colette.
“Il libro dei gatti tuttofare” (1939), di Thomas Stearns Eliot (1888/1965), una
raccolta di poesie che narra la vita di gatti indaffarati e misteriosi e che ha
ispirato il musical “Cats”.
“Gatti molto speciali” (1967), un breve romanzo dedicato alla sua esperienza
con i gatti, prima in Africa e poi in Inghilterra, dal premio Nobel Doris
Lessing (Doris May Tayler) (1919/2013), che ultimamente è stato riproposto in
libreria in una nuova versione arricchita dalle illustrazioni di Joana
Santamans.
“Tosca dei gatti” (1984), un romanzo semplice e malinconico, ambientato in un
tranquillo paese ligure, opera di Gina Lagorio, alias Gina Bernocco
(1922/2005).
“Il gatto in noi” (1986), una deliziosa parentesi tutta dedicata ai piccoli
felini da uno scrittore noto per alcune delle pagine più tormentate della
letteratura, lo statunitense William S. Burroughs (1914/1997).
Tra gli autori del Novecento che amarono particolarmente i gatti citiamo, per
quanto riguarda gli italiani, il poeta, scrittore e aforista Umberto Saba
(1883/1957), pseudonimo di Umberto Poli, autore di “La gatta”, Elsa Morante
(1912/1985), considerata una delle maggiori scrittrici di romanzi del secondo
dopoguerra, ma anche saggista e poetessa, che ha dedicato ai piccoli felini i
racconti “Minna la Siamese” e “Canto per il gatto Alvaro”, Gianni Rodari
(1920/1980), specializzato in testi per ragazzi, che ha scritto varie fiabe con
il gatto protagonista, Italo Calvino (1923/1985), del quale ricordiamo le fiabe
“Il gatto mammone”, “La fiaba dei gatti” e “Il giardino dei gatti ostinati”.
Per quanto riguarda gli stranieri, citiamo lo scrittore e giornalista statunitense Ernest Hemingway (1899/1961), che ai piccoli felini dedicò il racconto “Gatto sotto la pioggia” e che dichiarava di non poter scrivere senza la presenza dei suoi gatti ispiratori, la cui capostipite fu Snow White, una micia che presentava una caratteristica particolare, aveva sei dita per zampa e i cui discendenti sono ancora oggi ammirati e accuditi nella “Casa Museo di Hemingway” in Florida, il russo Mikhail Bulgakov (1891/1940), uno dei più grandi romanzieri del Novecento, che quale personaggio di “Il Maestro e Margherita” ha scelto anche il gatto Behenoth, che sempre rammenta l’imprevedibilità della vita e la statunitense Lilian Jackson Braun (1913/2011), scrittrice di libri gialli nota per la serie “Il gatto che …”, i cui protagonisti sono un giornalista, Jim Qwilleran e i suoi due siamesi, la dolce Yum Yum e il formidabile Koko che, grazie al proprio fiuto, aiuta l’amico umano nella ricerca di indizi utili a scoprire i colpevoli di casi intricati e apparentemente irrisolvibili.
Oggi
Nella letteratura contemporanea troviamo opere feline di ogni genere, in grado
di soddisfare le esigenze di tutti: guide, libri fotografici, libri d’arte,
filosofici, gialli, di cucina, di racconti, di poesie, romanzi, illustrati, per
ragazzi.
Per quanto concerne la manualistica, una delle autrici più accreditate è la
veterinaria e saggista inglese Vicky Halls, autrice di “Cat detective”, “Cat
Confidential” e “La Bibbia del gatto”, opere ricche di risposte e consigli per
chi vive con un piccolo felino.
Tra i fotografi spicca Rachael Hale MC Kenna, che è riuscita ad immortalare
perfettamente l’amore, l’allegria e la serenità che i gatti sanno donarci in
“101 cataclismi per amore dei gatti” e “Gattini”.
Un altro bel libro fotografico, “Scatto al gatto”, è scaturito da un’iniziativa
partita dal “Corriere della Sera” e presenta la raccolta delle migliori foto
inviate dai lettori che hanno partecipato a tale iniziativa.
Tra i libri d’arte citiamo “I gatti di Kuniyoshi”, un cofanetto che propone
sedici poster che riproducono le silografie più famose dedicate ai gatti dal
giapponese Utagawa Kuniyoshi, che prendeva ispirazione dai suoi piccoli felini
per rappresentare le più diverse situazioni di vita quotidiana, a volte
ritraendoli in forma di gatti, a volte facendo loro assumere le vesti di
attori, cortigiani, personaggi illustri o leggendari.
In “I gatti di Parigi” possiamo invece osservare gli schizzi, i disegni e gli
acquerelli che ai suoi gatti, che vivevano con lei a Parigi, ha dedicato la
pittrice e scenografa Lila De Nobili, nota per le scenografie realizzate per i
più importanti teatri d’Europa e per i costumi di scena preparati per gli
attori di maggior successo.
I gatti, meravigliosi e sorprendenti, in linea con Platone che considerava la
filosofia come meraviglia e sorpresa, al giorno d’oggi vengono sempre più
abbinati alla filosofia e diverse opere sono incentrate su questo tema, come
“Gatto ergo sum” di Federica Sgarbi.
Per quanto riguarda il genere giallo appaiono molto originali i romanzi di
Cornelius Kane, divertenti già a partire dai titoli: “Gli ingrattabili” e “Il
braccio felino della legge”.
“44 gatti in noir” è invece un’antologia di quarantaquattro racconti dedicati,
appunto, al genere noir, racconti nei quali gli autori hanno assegnato il ruolo
di personaggi indispensabili ai gatti; l’opera è stata realizzata in memoria
dell’editore Marco Frilli, la cui piccola casa editrice è specializzata proprio
nei generi giallo e noir.
In questi anni la cucina, come dimostrato dalle varie trasmissioni televisive
ad essa dedicate, va molto di moda e gli appassionati che vogliono preparare
per il proprio gatto dei menù speciali hanno a disposizione appositi libri,
come “101 Ricette da preparare al tuo gatto almeno una volta nella vita”, di
Laura Rangoni e “Cucina da … gatti” di Marco Vandoni e Leonardo Cairo, che
propone tanti piatti per piccoli felini buongustai.
Tra i romanzi hanno ottenuto un successo mondiale quelli del cileno Luis
Sepulveda, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” e
“Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” e dal primo è stato anche
tratto un film di animazione.
Citiamo inoltre i due romanzi di Eva Polanski, intitolati coi nomi dei due
piccoli felini dell’autrice: “Marian” e “Chopin”. La prima è una gattina
salvata dalla scrittrice dalle fredde acque del Tamigi, che diventa la sua
confidente e la segue nei suoi diversi viaggi in Inghilterra, in Francia e in
Italia. Proprio durante uno di questi viaggi, su una spiaggia francese, Marian
purtroppo scompare nel nulla. Ma nel tentativo di ritrovarla, Eva si imbatte in
un bellissimo cucciolo di certosino e lo porta in salvo, pur non avendo
intenzione di tenerlo con sé. Tuttavia il grande affetto che il piccolo le
dimostra riesce a convincerla e, conquistata dai suoi balli felini quando sente
le note di Chopin, lo chiama come il famoso musicista e gli consente di entrare
nella sua vita e di aiutarla a dimenticare il passato e a guardare avanti.
Anche il protagonista di “Omero gatto nero”, romanzo di Gwen Cooper, è un gatto
abbandonato ed inoltre portatore di handicap, in quanto non vedente. Nonostante
ciò, usando l’udito e l’olfatto, Omero, alquanto agile, conduce una vita
normale, addirittura movimentata, tenendo compagnia all’autrice per ben sedici
anni e aiutandola a trovare una forza nell’affrontare la vita che nemmeno
immaginava di avere.
Sono invece un po’ vagabondi i protagonisti di “Casper il gatto pendolare” di
Susan Finder e “A spasso con Bob” di James Bowen. Il primo è un meraviglioso
siberiano, adottato dall’autrice, che ogni giorno, alla fermata più vicina,
prende l’autobus della linea 3 per girare per la città, intenerendo passeggeri
e conducente e tornando poi a casa verso sera. Il secondo è un gattone dal
rosso mantello che gira per le vie di Londra insieme al suo amico umano, il
chitarrista di strada poi diventato scrittore proprio per raccontare le sue
avventure quotidiane col piccolo felino. Il libro ha permesso sia all’autore
sia al suo gatto di raggiungere una notevole popolarità e le loro avventure
continuano nella successiva opera, “Il mondo secondo Bob”.
Sono storie di vita quotidiana quelle di Alfie, un gatto irresistibile e sempre
in cerca d’affetto, protagonista delle opere di Rachel Wells, iniziate con “Il
gatto che aggiustava i cuori” e continuate dapprima con ”Il gatto che insegnava
ad essere felici”, poi con ”Il gatto che regalava il buonumore” e ancora con
”Il gatto che donava allegria”.
Nell’ambito dei racconti è apprezzabile “101 Storie di gatti che non ti hanno
mai raccontato” di Monica Cirinnà e Lilli Garrone, che propone storie di ieri e
di oggi di gatti sconosciuti e di gatti famosi.
Vivian Lamarque, insegnante, poetessa e scrittrice ha invece dedicato ai
piccoli felini una fantastica raccolta di versi intitolata “Poesie per un
gatto”.
Appare deliziosamente illustrato “Il gatto e l’orchidea”, che propone quaranta
acquerelli sulla bellezza dei gatti e dei fiori, arricchito da detti, proverbi
e frasi celebri sulla saggezza dei gatti, della pittrice cinese Kwong Kuen
Shan, della quale si possono ammirare altre opere in “Il gatto e il tao” e “Il
gatto filosofo”.
Per i lettori più giovani, infine, appaiono irresistibili il racconto di
Michael Rosen “Ricordati del gatto!”, nel quale il piccolo felino, astuto e
intelligente, si chiama Tigre, “Il re della casa”, di Marta Altés, che tratta
del rapporto cane – gatto, “Io sono Gatto”, nel quale un gatto di casa sogna di
essere uguale ai suoi parenti più grandi, i felini selvatici, brillantemente
illustrato dall’autrice Jackie Morris e “Storia di Milo, il gatto che non
sapeva saltare”, di Costanza Rizzacasa d’Orsogna, una deliziosa favola che vede
protagonisti un gattino nero, la sua amica umana e altri amici animali.
I GATTI NEI FUMETTI
Da Krazy Kat a Doraemon
I ragazzi, ma anche molti adulti, spesso amano particolarmente i fumetti.
Si ritiene che la nascita di questa forma di espressione disegnata, che ebbe i
suoi precursori già a partire dai primi decenni del 1800, possa datarsi 1895,
anno in cui il New York World pubblicò, sul supplemento della domenica, le
strisce di Yellow Kid, dando il via al nuovo fenomeno editoriale e di costume.
Il primo animale antropomorfo dei fumetti fu proprio un gatto, Krazy Kat,
disegnato da George Harriman e le cui strisce, che lo vedono sempre innamorato
del topo Ignazio che però lo detesta, furono pubblicate sui quotidiani
statunitensi dal 1913 al 1944.
In seguito diversi altri gatti sono entrati nei fumetti, alcuni creati
appositamente per le avventure disegnate, altri mutuati dai cartoni animati,
altri, specialmente negli anni più recenti, arrivando dalla rete, nella quale
sono state dapprima proposte le loro storie
.Qui ne ricordiamo alcuni dei più famosi:
Felix l’avventuroso, il gatto bianco e nero creato da Pat Sullivan e Otto
Messmer nel 1919, che è stato pure protagonista del cinema negli anni del muto
e che in Italia è conosciuto anche come Mio Mao, nome con il quale il “Corriere
dei Piccoli” presentò le sue avventure;
° Pietro Gambadilegno, nato nel 1928, uno dei personaggi più celebri dei
fumetti Disney, un gattone colpevole di diversi crimini e perennemente
inseguito dal detective Topolino;
il grigio Tom (nei primi fumetti italiani chiamato Maramao), che spesso non riesce ad evitare gli assalti del furbo topolino Jerry e che, creato nel 1940 da William Hanna e Joseph Barbera per i cartoni animati, riscuote tuttora successo sia in video che nei fumetti;
Silvestro, il gattone bianco e nero creato da Friz Freleng nel 1945, che è sempre in lotta, in verità un po’ maldestramente, con il canarino Titti e che ha ottenuto grande apprezzamento anche nel cinema;
Birba, il gatto bianco e marrone del mago Gargamella, nato nel 1959 per opera del fumettista belga Peyo, sempre disposto a cacciare i Puffi e che in origine rispondeva al nome di Azrael;
Fritz il gatto, un piccolo felino abile nella truffa, che vive in una città popolata di animali antropomorfi, che non esita a concedersi avventure amorose e che, partendo dalle riviste underground degli anni Sessanta, ha riscosso un successo mondiale, diventando il personaggio più famoso tra quelli creati dal fumettista statunitense Robert Crumb;
Garfield, in Italia conosciuto anche come Isidoro, il pigro gatto arancione nato nel 1978 dalla matita dello statunitense Jim Davis, che vanta una grande popolarità, essendo le sue avventure tra le più lette.
Spostando la nostra attenzione sui manga giapponesi, ricordiamo:
Doraemon, il gatto spaziale venuto dal 22° Secolo e creato da Fujiko Fujio, che è diventato un classico in Giappone, dove è stato pubblicato dal 1969 al 1996 e che oggi spopola in Occidente, oltre ad essere stato protagonista di vari film, dei quali quello uscito nel 2014 è stato interamente realizzato con la tecnologia 3 D;
Michael, opera sia per il testo che per i disegni di Haboto Kobayashi, pubblicato dal 1985 e protagonista di storie originali nelle quali si ritrovano tutti i pregi e i difetti dei piccoli felini, storie delle quali però solo una è stata pubblicata in Italia.
I felini del XXI Secolo
Tra i personaggi felini più recenti, nati negli anni Duemila, spiccano:
Blacksad, un robusto gatto nero, detective nella New York degli anni Cinquanta popolata da personaggi antropomorfi e le cui storie, di genere noir, pubblicate per la prima volta nel 2000, sono opera degli spagnoli Juan Diaz Canales per quanto riguarda i testi e Juanjo Garnido per quanto riguarda i disegni;
Mi-ku, una gatta tigrata randagia che trova casa presso la famiglia della piccola Atsuko, con la quale condivide felicità e dispiaceri. Preceduto da brevi pubblicazioni negli anni Sessanta e Settanta, il personaggio è protagonista del manga intitolato “Le mille vite di Mi-Ku”, che è uscito in Giappone nel 2001 , ma che è stato proposto in Italia solo nel 2016. E’ opera e frutto dell’esperienza personale con i gatti del famoso mangaka Leiji Matsumoto (alias Akira Matsumoto), autore di noti fumetti fantascientifici, come Capitan Harlock e Galaxi Express 999;
Il Gatto del Rabbino, il colto protagonista felino di una serie a fumetti francese, di genere storico fantastico, opera di Joann Sfar, pubblicata a partire dal 2002, che offre disquisizioni sull’ebraismo, ma anche sull’Islam e sul cristianesimo e talvolta sulla storia e sulla politica;
"Chi", uno stupendo gattino capace di espressioni buffe, protagonista di manga caratterizzati dalla brevità dei capitoli e dalla scorrevolezza della lettura, pubblicati in Giappone a partire dal 2004 e ora giunti anche in Italia;
La Gatta, protagonista sia nel web sia nelle strisce, personaggio italiano nato nel 2005 ad opera di Stefano “Kaneda” Gargano che narra le divertenti e veritiere avventure quotidiane vissute accanto ai suoi amici umani, una giovane coppia;
Simon’s Cat, un gatto di casa che ogni giorno escogita un sistema diverso per ottenere cibo, protagonista della serie comica realizzata a partire dal 2008 dall’inglese Simon Tofield e che, da You Tube dove è nato, ora ha conquistato anche il mondo dei libri;
Pusheen, la morbida e tranquilla gattina golosa e amante soprattutto del divano, creata da Claire Belton per Internet, ma le cui strisce più celebri, oltre ad alcune inedite, nel 2013 sono diventate un libro;
Micio Mick, il gattino tigrato creato da Michele Eynard, protagonista di brevi e simpatiche storie nel volume che porta il suo nome, “Micio Mick. Non dire gatto…”, uscito nel 2016;
Pepè, un gatto intelligentissimo ma pigro ed egocentrico, che va matto per il tonno, creato dal fumettista Denis Battaglia e protagonista di strisce a fumetti pubblicate sul blog dell’autore, sulla rivista digitale Sbam! Comics, strisce che nel 2018 sono state proposte anche in versione libro;
Chobi, un gatto dal bianco mantello che, abbandonato in una giornata piovosa,
per fortuna incontra sulla sua strada la giovane Miyu. I due diventano ben
presto inseparabili e la loro quotidianità è raccontata dal punto di vista del
piccolo felino nel fumetto uscito nel 2018 e ispirato al primo cortometraggio
prodotto dall’autore Makoto Shinkai.
Nel 2018 è stata proposta la versione a fumetti di un libro importante, ossia
“Io sono un gatto”, opera dello scrittore giapponese Natsume Soseki.
I GATTI NELL’ART THERAPY
In questi ultimi anni, dapprima in Francia, in Gran Bretagna e negli Stati
Uniti e poi anche in Italia, sono apparsi i libri di Art Therapy, ossia libri
di disegni, particolarmente elaborati, da colorare, destinati agli adulti.
Secondo gli studiosi l’attività del colorare, di solito considerata un classico
divertimento da bambini, può aiutare ad allontanare lo stress, a ritrovare la
calma e ad allenare la mente.
I gatti sono subito andati alla grande in questo tipo di pubblicazione. Tra i
diversi volumi aventi per oggetto i piccoli felini, citiamo “Cat Thérapy”,
opera di cinque illustratori francesi, che propone un centinaio di disegni,
dallo stile abbastanza semplice, di gatti nelle posizioni più disparate e “Keep
calm and color the cats” di Marjorie Sarnat, che propone invece trentadue
disegni molto dettagliati di gatti, ispirati dal mondo dell’arte e della
letteratura, disegni, per chi lo desidera, staccabili dal libro e posizionabili
in cornice per ricavarne deliziosi quadretti.